LA PIRAMIDE ALIMENTARE:

ALIMENTI DA CONSUMARE QUOTIDIANAMENTE E QUELLI CON MODERAZIONE

Cos’è la piramide alimentare?

La piramide alimentare è un’immagine di impatto visivo immediatamente comprensibile che invita la popolazione a seguire i consigli dietetici proposti da un organismo o una società scientifica qualificata in materia di salute, per seguire una dieta sana, varia ed equilibrata.

Deve essere interpretata come un insieme di consigli e suggerimenti volti a organizzare la propria alimentazione in maniera completa ed equilibrata e non va considerata come uno schema alimentare adatto, ad esempio, al dimagrimento.

La piramide è divisa in settori, dalla base verso il vertice, e ciascuno contiene vari tipi di alimenti. La posizione del settore, e dunque la sua dimensione nell’ambito del triangolo che schematizza la piramide, è indicativa della quantità e della frequenza con cui i cibi dovrebbero essere consumati per seguire un’alimentazione sana.

Al vertice della piramide sono perciò presenti gli alimenti che dovrebbero essere consumati in piccole quantità e con minor frequenza: con “moderazione”; di conseguenza, gli alimenti situati nella parte bassa, sono quelli “alla base” di una corretta alimentazione e che bisogna consumare con frequenza e quantità maggiori.

Chi si è inventato la piramide alimentare?

Contrariamente a quanto si legge in giro, la prima piramide alimentare fu ideata in Svezia, nel 1972-74, da Anna-Britt Agnsäter, capo del laboratorio di cucina della Kooperativa Förbundet (una coop alimentare svedese), e la sua diffusione rimase per vent’anni solo all’interno del Paese nordico. Fu poi il Dipartimento Statunitense dell’Agricoltura (USDA), nel 1992, a produrre e promuovere un modello di piramide alimentare che venne presto diffuso in tutto il mondo e da cui originarono tante versioni differenti.

Nel tempo, un po’ ovunque, si sono susseguite diverse versioni grafiche di piramide alimentare che hanno modificato la collocazione degli alimenti nei vari settori, e, di conseguenza, la loro frequenza di consumo.

La Piramide Alimentare in Italia:

Nel 2003 il Ministero della Salute italiano ha commissionato un gruppo di esperti per l’elaborazione di un modello alimentare di riferimento che conciliasse lo stile di vita e la tradizione del nostro Paese per indirizzare la popolazione verso comportamenti alimentari più salutari.

Il compito fu realizzato dall’Istituto di Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Roma La Sapienza, attraverso l’elaborazione della “Piramide settimanale dello stile di vita italiano”, basato non solo sulla quantità di cibo ma anche di attività fisica utile per mantenere una condizione di benessere (Quantità Benessere: QB).

Lo scopo con cui è stata costruita la piramide è educare ad una alimentazione sana e ad una vita attiva per evitare sovrappeso e obesità.

In seguito fu elaborata la piramide alimentare giornaliera e successivamente, per una visione più completa, sono state elaborate anche delle versioni di piramide alimentare settimanali/mensili, che riportano le frequenze per i diversi gruppi alimentari come consigliate dalle Linee Guida per una sana alimentazione della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU).

E per culture diverse dalla nostra?

Come affermato in precedenza, sono molte le società qualificate in materia di salute che hanno elaborato la propria piramide alimentare e tra queste ne troviamo anche una, transculturale, della Società Italiana di Pediatria (SIP).

La SIP attraverso lo slogan “Il cibo unisce” ha prodotto una piramide alimentare che vuole essere “uno strumento di educazione alimentare per operatori della salute, dell’infanzia e per le famiglie, nato con l’obiettivo di far incontrare i dettami e principi di salute della dieta mediterranea – patrimonio culturale immateriale dell’umanità secondo l’UNESCO – con i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese”.

Nella società ormai multi-etnica che l’Italia oggi rappresenta, l’aderenza alla dieta mediterranea è un importante strumento di prevenzione delle malattie croniche nell’adulto promuovendo l’integrazione di tradizioni alimentari diverse.

Tale strumento di educazione alimentare è pensato e ideato, ovviamente, per i bambini e per le bambine, ma non si discosta in maniera significativa dalle linee guida di una sana alimentazione per le differenti fasce di età della popolazione.

Se analizziamo insieme il grafico, dalla base fino al vertice, vediamo che

  1. alla “base” della piramide ci sono attività fisica e adeguato riposo, ma anche convivialità, biodiversità e stagionalità, prodotti locali ed ecologici;
  2. accanto compare l’acqua, di cui è fondamentale un’assunzione giornaliera adeguata. L’acqua è infatti il costituente essenziale dell’organismo umano;
  3. c’è poi l’elevata assunzione di frutta e verdura: le famose “5 porzioni” giornaliere, suddivise in 2-3 porzioni di frutta e almeno 2 al giorno di verdura, cercando di variare colori e consistenza e seguendo la stagionalità. Frutta e verdura sono fondamentali per il giusto apporto di vitamine, sali minerali e fibra;
  4. più in alto ci sono i cerali: 3-5 porzioni/al giorno, prediligendo quelli integrali. Essi rappresentano la principale fonte di energia;
  5. ancora più su troviamo latte-yogurt, per i quali sono consigliate 1-2 porzioni al giorno. Sono anch’essi alimenti fondamentali, grazie al contenuto in calcio per la crescita dell’osso e per la prevenzione delle sue degenerazioni;
  6. più in alto, vediamo una categoria cui forse molti non sono abituati, eppure noci e altra frutta a guscio, insieme ai semi – dei quali è raccomandata 1 porzione al giorno – apportano acidi grassi essenziali molto utili al mantenimento di un buono stato di salute;
  7. ancora più sopra ci sono i legumi: 4-5 porzioni settimanali, freschi, secchi o surgelati da associare nello stesso pasto ai cereali, come ottima fonte proteica, di minor impatto ambientale rispetto ai cibi di origine animale, e che sono perfettamente in linea coi dettami della dieta mediterranea;
  8. sopra i legumi iniziano i cibi di origine animale, il cui consumo, come si vede, dovrebbe comunque essere essere abbastanza limitato. Per il pesce si consigliano 3-4 porzioni settimanali, che sia fresco o surgelato non cambia molto, ma preferendo il consumo di “pesce azzurro”;
  9. ancora di meno si consiglia per la carne: massimo 3 porzioni settimanali, prediligendo le carni bianche (come pollo, tacchino e coniglio) rispetto alle carni rosse, le quali andrebbero consumate al massimo 1 volta a settimana;
  10. troviamo poi formaggi e latticini, che spesso consumiamo con troppa liberalità, mentre dovremmo limitarci, come fonte proteica principale, a 2 porzioni settimanali, dato l’elevato contenuto in grassi saturi e spesso in sale, che controbilanciano negativamente l’ottimo apporto di calcio;
  11. più o meno alla pari sono le uova, con 1-2 porzioni settimanali;
  12. quasi al vertice ci sono i condimenti, da utilizzare il meno possibile, in particolar modo quando si tratti di burro e altri condimenti di origine animale; invece è assolutamente consigliato l’utilizzo giornaliero dell’olio di oliva, di preferenza del tipo extra vergine;
  13. infine, al “vertice” della piramide troviamo dolci e snack, che dovrebbero avere un consumo minimo, spesso abbondantemente raggiunto già con la tradizionale prima colazione di stile italiano, e il più possibile “occasionale”.

Per seguire una dieta equilibrata è importante scegliere tra gli alimenti dei vari livelli della piramide, variandoli e consumando in quantità e frequenza maggiore, come da consigli della piramide, quelli dei livelli più bassi.

Ma cos’è una “porzione”? E qual è la porzione adeguata?

Col concetto di “porzione” si intende una porzione standard, che varia in base alla fascia di età di riferimento, ma questo è un argomento che verrà trattato a breve e separatamente su questi canali.

Concludiamo sottolineando come la piramide alimentare transculturale proposta dalla Società Italiana di Pediatria sia uno dei più importanti e immediati strumenti non solo di educazione alimentare ma anche e forse soprattutto di integrazione per tutti i bambini, sin dall’età prescolare.

Fonti:

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